La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
l'arsura della vendetta nel tuo sangue ... di rosa. Tutta, tutta, io ti voglio annientata, tu che nascesti sì bella per viemeglio ingannare; tutta, o
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tutta un'annata, non èrano quasi più, parte perdute in un orbìssimo abuso, parte distrutte da quella ferocia stolta, che gode, men del proprio
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Beccajo arretrò spaventato. - A tè! - fece (e lo appuntava col dito) - A tè? - ripetè, con un guardo che era tutta una storia. Ma, fra i singulti, il
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ogni gentile, disdegnò la fanciulla. Soavemente la tonda gota affilò. Forestina, che, quando ridèa, ridèa tutta, o se piangèa, tutta piangèa, ora
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ghiaccio. E Gualdo non potè che tacere. Senonchè, Forestina medèsima, per quella volubilità di pensiero tutta propria ai fanciulli, venne in suo ajuto
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, tutta, affluiva nelle pupille. I due officiali incedèttero gravi. A un segno del luogotenente, le guardie strìnsero il cerchio e nel cerchio i prigioni
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noi, tuòi vermi, la cui storia è tutta risveglio all'ire, e alle vendette sprone, non fatte oneste dagli onesti nomi; noi, solo uniti ad impedir, che
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di casa una tal rarità? - Abbracciò Tecla il Beccajo e impetuosa baciàndolo: io sono tutta di Gualdo; la nostra bimba lo vuole. - - E le altre